Dove gettare i cartoni della pizza? Si tratta di un dubbio che potrebbe aver colto impreparati numerosi dei nostri lettori, dopo una delle più classiche cene in compagnia degli amici. Per chi desidera effettuare in maniera scrupolosa la raccolta differenziata, sia nel caso in cui nel proprio comune di appartenenza essa venga svolta porta a porta, sia nell’eventualità in cui ci si debba recare personalmente verso i cassonetti o le piattaforme destinati ad essa, ecco per voi alcuni consigli.
Purtroppo, porzioni di carta non completamente pulite possono rovinare un’intera partita di carta destinata ad essere riciclata. Affinché tale processo possa avvenire senza intoppi, fate dunque attenzione a destinare ai contenitori per la raccolta della carta esclusivamentemateriali selezionati correttamente e puliti. Nel caso dei cartoni della pizza, è possibile provare a separare manualmente la parte pulita del contenitore, rappresentata solitamente dai suoi lati e dal coperchio. Alcune parti della base in cartone potrebbero rimanere pulite e sarebbe bene dunque tentare di separarle accuratamente con l’aiuto delle forbici.
Se le parti di cartone intonse possono essere destinate alla raccolta differenziata della carta,dove gettare le porzioni sporche ed unte? Nel caso nel vostro Comune di appartenenza non venga effettuata la separazione e la raccolta della frazione organica dei rifiuti urbani, esse dovranno essere conferite al sacco, al bidone o al cassonetto dei rifiuti indifferenziati. Nell’eventualità in cui invece essa venga effettuata, è necessario tenere presente che l’elenco dei rifiuti ammessi nella raccolta dell’organico potrebbe variare di città in città. Sarebbe dunque opportuno consultare i volantini esplicativi che nei Comuni più virtuosi vengono consegnati ogni anno ai cittadini, magari accompagnati da sacchetti gratuiti da impiegare per la differenziata, oppure informarsi presso gli uffici comunali, che vi sapranno indicare la possibilità di differenziare i cartoni in questione affinché vengano destinati al compostaggio.
Fonte – Marta Albè